STORIA DELL’ ALTA VALLE D’ORBA
Ricchissima di acque e di boschi. Ricoperta, un tempo lontano, dalla famosa "Selva dell'Orba", dove venivano a caccia, come scrive Paolo Diacono nella Storia dei Longobardi, già nell'VIII° secolo, i re Longobardi. Una selva di diretta dipendenza regia per la sua posizione, resa strategica grazie al percorso dell'Orba, che da sempre indica un percorso luminoso dal crinale alla pianura. L'Orba, infatti, nasce alle spalle di Genova e raggiunge, con la complicità delle acque della Bormida e del Tanaro, il Po: la pianura.
E proprio seguendo la “sua direzione di marcia”, l’uomo preistorico vi tracciò il primo arcaico sentiero, ripreso e rinforzato più tardi da altri numerosi e millenari percorsi, che fanno della Valle dell’Orba una “area di strada”. Sentieri che ancora sopravvivono a tratti acciottolati e ancora maestosi: beni storici straordinari, che chiedono un immediato progetto di tutela e di valorizzazione. La selva primigenia, dove predominava il faggio, la rovere e il castagno, rimane intatta nella parte più alta fino al mille. Nel 1120 nasce la Badia di Tiglieto, nell’Alta Valle dell’Orba, la quale inizia un vasto programma di trasformazione della Selva, non solo nella zona planiziale per la messa a coltura del frumento e della vite, ma anche nella zona montana, dove potenzia soprattutto la silvicoltura, ampliando l’areale del castagneto domestico, e dove favorisce anche la pastorizia. Una silvicoltura di ampio respiro che segna il passaggio dalla civiltà della pietra alla civiltà del legno e del castagno, di cui le tenaci testimonianze ancora si possono leggere nel territorio e negli antichi mestieri della Comunità che qui visse. Nella Selva si aprono radure e nelle radure si costruisce la tipica casa “a capanna” di pietra, dal tetto ricoperto di “scandole” (tavolette di castagno). I fianchi delle montagne bene esposte al sole vengono terrazzati con muretti di pietra a secco, gli stessi che ancora si trovano all’interno dei castagneti da frutto. Nei castagneti più grandi il seccatoio, il tipico “abergu”. Più tardi, la foresta viene fortemente intaccata con la nascita sempre più numerosa delle Ferriere, che sfruttano, al suo interno, la forza delle sue acque torrentizie come energia idraulica e l’alto potere calorifico dei faggi e delle roveri secolari: energie fondamentali per le loro attività. Gli antichi sentieri del Sale si fanno ora sentieri del Ferro per le carovane di muli che, carichi del minerale ferroso, giunto dall’Isola d’Elba, salgono da Voltri al crinale per raggiungere le Ferriere della nostra Valle.Altri sentieri si ora aggiungono a quelli maestri, vengono tracciati dal passo di chi lavora alle numerose carbonaie, delle quali restano a testimonianza le piazzole, che improvvise si manifestano sulle nostre montagne. E nei pressi delle Ferriere nascono i nuclei che daranno origine alle nostre Frazioni.
da “Ricerca sull’Insediamento Storico dell’Alta Valle dell’Orba” di Biancangela Pizzorno
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